I Priori serventi 2016 e la nascita del Palio del Cupolone
Nel 2016 ebbero la grande idea di organizzare una festa per far rivivere le tradizioni popolari del nostro territorio e regalare così agli Angelani un Palio.
A distanza di anni continuano nell’intento di far crescere la festa contribuendo anche alla creazione di questo sito web.
Beddini Gianni
Campelli Francesco
Cappelletti Gianluca
Capezzali Andrea
Cassoni Gianluca
Dionigi Giuseppe
Dusi Marco
Lepore Mauro
Mencarelli Giampiero
Minciarelli Stefano
Serena Fabrizio
Trippetta Vasco
Le parole di uno dei protagonisti: GIUSEPPE DIONIGI, per molti PIPPI
S.Maria Degli Angeli, 2014.
Domenica del Piatto di S.Antonio
– ore 12:45.
Ci troviamo in piazza tra amici, dopo la Processione dei Priori.
La festa è composta da soli uomini: non sono ammesse donne allo stesso rango. In processione ci sono delle bambine, le “Priorine”, ma non diventeranno mai Prioresse.
Noi amici ci confrontiamo: c’è qualcosa di tanto stonato, in questo…
Uno scambio di pensieri, e tra le nostre parole iniziano a fluire idee per il futuro… idee per coinvolgere tutti: uomini, bambini, e finalmente anche le donne.
– Ore 13:45
Nasce su WhatsApp la chat ‘Priori Serventi 2016’ È iniziato il Nostro cammino…
Nei giorni futuri un susseguirsi di idee, progetti, momenti particolari, pazzie… La Nostra sede è Magdala, rifugio sospeso da tutto, incubatrice di sogni e idee. Iniziamo una serie di cene, riunioni, incontri con Autorità, Associazioni Religiose e Politiche. L’impegno è notevole. Ma durante tutti i momenti insieme non ci esimiamo mai da battute e scherzi tra noi: il sentimento è goliardico e carico! Il Nostro obbiettivo maggiore per il 2016 è questo: per tutta la durata della Festa, stare il più possibile nell’epoca precisa dell’accadimento dei fatti dell‘800.
Ma la novità più pazza è: Noi Priori Serventi sfilare con le Dame al Nostro fianco, con Costumi dell’Ottocento! Ma questa è un’utopia e ogni Nostra aspettativa è vana: l’idea non viene accolta…
Bene! Come l’acqua che non si riesce ad arginare, aggiriamo la bocciatura organizzando una Rievocazione Storica la settimana prima del Piatto di S.Antonio. Lavoriamo tanto. Come in una fucina, forgiamo Rioni, nomi e colori, stemmi, loghi, gadget, giochi ottocenteschi, regolamenti… Ma l’Emozione provata che non dimenticherò mai, indelebile come un tatuaggio, è vedere i visi espressivi degli Angelani credere nel sogno, e svegliarsi in quel sogno diventato realtà. Abbiamo divulgato la Nostra visione a colpi di riunioni, incontri per strada, messaggi, telefonate. E in ogni secondo, in ogni centimetro, in ogni respiro la pazzia diventava contagiosa… Certo, appaiata alla speranza di farcela camminava anche l’ombra della paura di fallire… ma ormai le pulegge non si potevano più fermare: da lì all’infinito. Gli Angelani si sarebbero scritti la loro Storia!
Prima di tutto questo, molti Angelani si impegnavano in Feste nei paesi limitrofi ma non qui, nella loro terra natìa. Perché qui una Festa non c’era mai stata… Da adesso era possibile!
Adesso anche Santa Maria degli Angeli aveva la sua Festa: “Rioni dei J’Angeli, Palio del Cupolone, J’Angeli ‘800”
(Le Prioranze che si sono susseguite hanno messo in pratica molte delle Nostre idee.
Dopo il Piatto di S.Antonio 2016, la Prioranza 2018 ha sfilato in Processione con le Dame. Dunque i Nostri progetti visionari si erano realizzati.
… Ma poi tutto è tornato come prima.
Tutti sognano una Prioranza Femminile, ma ancora nessuna Prioranza investe le Donne…)
I Priori del Piatto di Sant'Antonio Abate 2024
Priori Serventi 2024, da sinistra a destra: Francesco Tomassini, Francesco Bazzucchi, David Ascani, Aldo Campelli, Giuliano Paparelli, Osvaldo Sensi, Gianluca Cagliesi, Stefano Pastorelli, Antonio Tardioli, Roberto Pierotti, Roberto Falce, Giulio Sportolaro.
Chi sono i Priori del piatto di Sant'Antonio Abate
Da notizie raccolte dai vecchi del paese, tra cui Biagetti Enrico di fu Antonio e Minciarelli Pasquale, fu Domenico, la tradizione del “Piatto di S. Antonio” risale all’epoca in cui fu costituita la Parrocchia.
Essi hanno appreso il fatto direttamente dai genitori e dai contemporanei della seconda metà del secolo passato. A S. Maria degli Angeli, via di transito dei postiglioni postali tra Firenze e Roma, vi era la stazione per il cambio dei cavalli e dei postiglioni. A questo scopo esistevano varie scuderie, una delle quali era al pian terreno della casa della famiglia Silvestri, oggi di proprietà del signor Pietro Boschetti, in via Tescio, dove è attualmente l’officina meccanica di Becchetti Giuseppe fu Luigi. Tra l’altro lo ricorda un’immagine di S. Antonio Abate, dipinta a guazzo che tuttora si vede in quei locali. Tra il 1850, data di fondazione della Parrocchia, e il 1860, quando il padre di Biagetti e quello di Minciarelli erano ancora giovani, scoppiò in S. Maria degli Angeli una grave epidemia, che colpi in modo particolare i cavalli delle dette scuderie. I padroni, preoccupati, si rivolsero fiduciosi a S. Antonio Abate, protettore delle bestie, pregando i religiosi della Porziuncola di fare un triduo in onore del Santo, di cui in quei giorni ricorreva la festa.
Ad esso partecipò molta della popolazione della Parrocchia, che in quel tempo superava appena il migliaio di persone, in gran parte, come dicono i
documenti dell’epoca, rurali e braccianti, tutta brava gente e assai religiosa. Ottenuta la grazia con la fine del morbo e scongiurato il pericolo della morte dei cavalli, in ringraziamento al Santo fu celebrata con grande solennità quell’anno la sua festa. Fu fatta la processione per le vie del paese e fu distribuito un pranzo ai poveri, che prese la denominazione di “Piatto di S. Antonio”.
Per provvedere anche negli anni successivi alla celebrazione della festa e alla distribuzione del “Piatto di S. Antonio” ai poveri, fu organizzata una Prioranza,da rinnovarsi anno per anno. I priori erano quattro e ognuno di essi, alla vigilia della festa, nominava il proprio successore. La mattina seguente venivano noti i nomi dei nuovi quattro Priori per la festa dell’anno successivo. Questo post è sponsorizzato dai nostri partner.
Ben presto tutto il paese reclamò, anche per devozione, il “Piatto di S. Antonio” che consisteva in una razione di maccheroni, due fette di carne in umido,quattro salsicce, due polpette, pane, mezzo litro di vino e due mele. Non potendosi però dare a tutti gratuitamente un piatto così riccamente confezionato, fu stabilito un prezzo minimo di Lire 1,05 restato fisso fino all’inizio della guerra mondiale 1915-1918.
Verso il principio di questo secolo, per avere una sicura conferma dell’accettazione della nomina dei nuovi Priori, la mattina della festa i Priori servienti mandavano gratuitamente ai nuovi eletti il “Piatto di S. Antonio”: se questi lo gradivano, significava che accettavano anche di essere Priori, altrimenti no e il piatto tornava alla prioranza e si era in tempo a sostituire. Dal mandare gratuitamente questo “piatto” ai nuovi Priori, si è introdotto poi l’uso del pranzo il
giorno successivo alla festa, a cui partecipano i Priori serventi, che sostengono tutte le spese.
Rifacendosi al primitivo scopo dell’istituzione del “Piatto di S. Antonio” in questi ultimi anni i Priori hanno ricominciato ad offrire un certo numero di “piatti gratuiti” per i poveri del paese. E’ risaputo poi, che il prezzo del “Piatto” per quanto aumentato, specialmente dopo l’ultima guerra mondiale, è sempre minore del valore reale, la cui differenza viene sostenuta dai Priori.
Per contribuire alle spese della festa, i Priori nel 1954, anche a nome di coloro che saranno eletti negli anni successivi, hanno stabilito di offrire alla
Basilica la quota necessaria per il suono della prima campana.